mercoledì 1 maggio 2024

La sanità in Veneto ed a Bassano

I problemi della sanità non sono imputabili agli amministratori comunali e provinciali.

Più europa ha spiegato che le criticità cui è interessata la sanità in VENETO hanno origine a livello nazionale e non si possono imputare alle AMMINISTRAZIONI.

Anche a Bassano, come in Veneto, infatti ha subito gli effetti negativi dei pesantissimi tagli delle risorse alla sanità operati nell’ultimo decennio in Italia. Tagli realizzati in nome della razionalizzazione e dell’efficientemento del sistema sanitario e sospesi solo con l’esplosione della pandemia. Ne sono derivati la riduzione dei posti letto ospedalieri sia in Italia che in Veneto, il calo del numero di medici sia ospedalieri che di base sia degli infermieri (oggi ce ne sono appena 7,7 ogni 1.000 abitanti e ne mancano circa 500). Ecco perché secondo alcune provincie hanno modificato e modificati i parametri del rapporto infermieri-ospiti nelle Apsp (si è passati da uno ogni 10 a uno ogni 15).

Non ci sono infatti abbastanza infermieri per mantenere lo stesso numero di posti letto nelle case di riposo. Secondo noi sarebbe però stato più saggio ridurre il numero di posti letto e non il numero di infermieri per ospite. Ancora, occorre prendere atto che la fuga del personale sanitario italiano all’estero è dovuta allo scarso riconoscimento di questo lavoro molto usurante ma mal pagato (il netto mensile di un infermiere in Italia è di 1.600 euro netti mentre in Germania arriva a circa 2.500 euro netti mentre e la media degli altri Paesi europei si aggira tra i 1.900 e i 2.000 euro sempre netti mensili).

A quest’insufficienza di personale medico e infermieristico sul territorio si accompagna inevitabilmente un aumento di accessi al pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri per mancanza di adeguata assistenza a domicilio e di prevenzione sanitaria. E gli ospedali non riescono più a rispondere in tempi accettabili alle richieste dei pazienti. Per noi tutto questo vuol dire che non si può continuare a prestare attenzione alla sanità bassanese solo quando esplodono emergenze del genere.

Noi proponiamo quindi alla Provincia una nuova visione del settore per i prossimi vent’anni, che respinga il modello di una sanità ospedale-centrica e punti a una sanità territorio-centrica. Come? Non limitando il ruolo delle Apsp alla residenzialità degli ospiti ma trasformando queste strutture in vere e proprie “case della salute” che assistano le persone, in sedi di team della salute formati da medico di base o di guardia e da infermieri. Case che potrebbero fungere da sedi dell’ambulatorio territoriale e per altri servizi sanitari rivolti sia agli ospiti della casa di riposo sia ai cittadini residenti. Questa valorizzazione concretizzerebbe l’efficientemente tanto decantato del sistema sanitario. Si tratta quindi, di ripensare profondamente il ruolo delle Apsp. Con alcuni emendamenti all’assestamento propone di istituire la figura del direttore assistenziale e di valorizzare maggiormente la figura dell’infermiere. Altra proposta: riconoscere agli infermieri delle Apsp lo stesso trattamento retributivo previsto per gli infermieri dell’Apss.

Per Bassano l’unica strada sono le azioni di prevenzione coordinata dai dirigenti Ulss e Giunta comunale per giungere a scelte politiche amministrative per migliorare la qualità della vita. Questo è quanto compete alla politica a Bassano.
Fabris Luciano (Più Europa Bassano) e candidato sindaco Roberto Canpagnolo


NB: La A.P.S.P. ha come obiettivo la tutela della salute dell’Ospite, attraverso forme di prevenzione, cura e riabilitazione, e qualsiasi intervento posto in atto deve essere centrato sulla persona nella sua globalità e complessità, per rispondere alle sue aspettative ed alla specificità dei suoi bisogni.

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